Titolo: Il gioco del mai. Autore: Jeffery Deaver. Traduzione: Sandro Ristori. Anno di prima pubblicazione: 2019. Editore: Rizzoli. Pagine: 483. Stelle: ☆☆☆/5. Prezzo di copertina: € 20,00.
Trama:
Colter Shaw non è un poliziotto né un militare. È un tracker, un localizzatore, uno che per vivere cerca persone scomparse, a bordo di un furgone, da una parte all’altra degli States. Allenato dal padre fin da bambino a contare solo su se stesso quando lì fuori si mette male, Shaw è un vero talento nel seguire gli indizi, anche i più indecifrabili. Sa come sopravvivere in ogni situazione, anche la più estrema, perché sa quali regole rispettare e quali comportamenti non assumere. Mai. Oggi il nuovo ingaggio lo porta in California: è sparita una studentessa universitaria. Colter si mette sulle tracce del rapitore e dei suoi inquietanti messaggi che si rifanno a quelli di un popolare videogioco. “Fuggi, se puoi” è il primo. Ma sul sentiero di caccia cade più di una vittima e Colter viene risucchiato nel cuore nero della Silicon Valley, che non è solo ricchezza, potere, modernità scintillante. È anche un tritacarne, un ingranaggio programmato per sbriciolare chi non sa tenere il passo. È solo qui che qualcuno potrebbe concepire il gioco sadico e mortale in cui le vittime vengono lasciate in un luogo isolato, con cinque oggetti per salvarsi. Un rebus che, se non viene risolto, porta con sé l’ultimo messaggio dell’Uomo che Sussurra: “Muori con dignità”.
Opinione Personale:
Da libri scritti e pubblicati di grandi autori conosciuti in tutto il mondo, ci stanno sempre delle grandissime aspettative; infatti, per Il Gioco del Mai, ne avevo parecchia. E il problema delle aspettative sono quando cominciano a sgretolarsi pagina dopo pagina.
Colton vive grazie alle ricompenze che riceve dopo aver trovato delle persone scomparse. Chi lo porta in California, è una ragazzina di diciannove anni, scomparsa nel nulla. Che fine ha fatto Sophie Mulliner? Ma non sarà la sola, perchè altre persona scompariranno, vittime di un gioco quasi “virtuale”.
Ebbene, l’idea di Deaver è sicuramente originale e che riempie di curiosità: non sono tanti i thriller che trattano di videogames e tecnologia. L’idea di creare dei delitti prendendo spunto da un gioco, non può che attirarne gli amanti ma anche chi non è un giocatore affluente. La trama incide, donando al lettore quella scarica di adrenalina che ricercherà per tutto il romanzo. E, forse, è ciò che illude più di tutti: la sinossi promette un romanzo ricco di tensione, adrenalina e azione, che ho notato poco fra le pagine.
Il Gioco del Mai comincia bene: i primi capitoli partono diretti. Un inizio temerario, in grado di instaurare nel lettore interesse e curiosità; il luccichio d’ansia e la voglia di andare avanti. Ma, mano mano che la lettura andrà avanti, il coinvolgimento scema; il desiderio di giungere alla fine, quanto meno, permane per tutto il resto del libro, per la voglia di riuscire a scoprire chi sia il genio del male.
Avrei di certo preferito che vi fosse più tensione, che le scene fossero più condite. Il Gioco del Mai, in ogni caso, resta un thriller che sa intrattenere e ci fa conoscere un personaggio del tutto nuovo dettato dalle mani di Deaver.
Sicuramente, un libro adatto per gli amanti dei videogames e tecnologia varia, in quanto di nozioni ne troveranno a gogò; non manco, però, di consigliarlo anche a chi vuole conoscere l’autore senza dover passare prima per i vecchi libri di Deaver, e anche per chi vuole approcciarsi al thriller con una storia capace di provocare delle piccole scosse senza, però, restarne particolarmente sconvolti.
Declaimer: grazie alla casa editrice per avermi omaggiato la copia.