Che libro regalo a Natale?

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Aaaah, quanto è dolce e bello il Natale! Manca davvero poco e la festa più bella e magica dell’anno, sta per arrivare!
Da amante lettrice, capisco bene che il natale diventa ancor più magico quando tutto l’albero si trovano dei pacchettini con la forma rettangolare e già si percepisce il buon odore di un libro nuovo di zecca.
Ma quali sono i libri che potrebbero essere giusti per un regalo?
Ve ne elenco qualcuno, sperando che possano interessarvi!

Per amici/parenti amanti del thriller come la sottoscritta, non posso che consigliarvi:
Chi è senza peccato, di Jane Harper (edito dalla Bompiani): primo libro dell’autrice e primo caso di Falk, un thriller che prende e lascia con il fiato sospeso per tutto il tempo della lettura;
La figlia sbagliata, di Jeffery Daever (edito dalla Rizzoli): la storia di una vendetta, per chi ama, oltre i thriller, le scene più cruente e spaventose alla Stephen King, questo non può che essere il regalo ideale!
Il ladro di anime e Il Bambino, entrambi libri di Sebastian Fitzek (ed editi da Elliot), sconvolgono la mente di chiunque, facendo credere quello che in realtà non è reale, e li ritengo adatti a chi non ama semplicemente il thriller, ma quello più psycho;
L’incubo di Hill House, di Shirley Jackson (ed edito da Adelphi) che, seppur non si tratti proprio di un thriller, è da regalare a chi ama il brivido, il terrore.

E cosa regalare a chi è attratto dalle storie “significative” , tristi? Eccovene alcuni:
Amabili resti, di Alice Sebold (edito da edizioni e/o), la storia di una ragazzina di 14 anni che muore, uccisa da un uomo malato di mente; un libro che tocca decisamente il cuore e l’anima, e che strazia.
L’eleganza del ricco, di Muriel Barbery (edito da edizioni e/o), un libro da un significato inestimabile, che porta a riflessioni particolari e che, alla fine, non può che lasciare un vuoto dentro.
Sette minuti dopo la mezzanotte, di Patrick Ness (edito dalla Mondadori), libro che si può leggere – e regalare – a qualsiasi età, dai 10 anni ai 99, perchè è una favola che trasporta veramente e che resta dentro il cuore.

E siccome da queste parti non siamo persone che amano solo thriller e letture tristi, ecco qualche titolo “divertente”:
Quest’anno non scendo, dei Casa Surace (edito dalla Sperling&Kupfer) che racconta la storia della famiglia Capaccio, del loro viaggio verso il lontano Nord dal loro vicino Sud, per passare la festa del Natale assieme al figlio costretto a star lontano da casa; divertente, ironico, pieno di sfaccettature che rallegrano il lettore;
La ragazza fantasma e I love Shopping, di Sophia Kinsella (editi dalla Mondadori), sono i due libri dell’autrice che ho più amato, ideale per chi ama l’ironia sia della storia che nei personaggi.

Voi che titoli consigliate? Avete intenzione di regalare qualche libro a Natale? Fatemi sapere quali!

5 libri che… ti faranno venire il magone.

Che il lettore sia amante di thriller, fantasy o romance, ad ognuno di loro, ogni tanto, serve calarsi in una storia che li trasporterà emotivamente, che gli farà salire le lacrime agli occhi, che gli farà pesare il cuore per la tristezza.
Ecco, appunto, i cinque libri che faranno venire il magone.

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9788830431140_0_0_775_75Il rumore dei tuoi passi, di Valentina D’Urbano: è uno young adult che sa arrivare dritto al cuore parlando della vita di ragazzi meno fortunati, quelli che abbandonano la scuola per andare a lavorare, quelli che hanno vissuto con la mano del padre in faccia, fra le lacrime per i continui ceffoni, quelli che decidono di prendere la brutta strada e preferire un dolore fisico che scacci quello mentale, che lo nasconda fra il prurito che la droga impone. La scrittura leggera, scorrevole della D’Urbano permette al lettore di leggere la storia immedesimandosi nei personaggi descritti, e il finale è davvero un grandissimo colpo al cuore.

9788856615630_0_0_300_75Mille splendidi soli, di Khaled Hosseini: è il secondo romanzo dell’autore che ama parlare del suo paese natale, l’Afghanistan e, contrariamente dal primo in cui i protagonisti sono “due ragazzini” – che diventeranno adulti in modo diverso -, Mille splendidi soli tratta il tema “donna” nel paese in cui ancora vige l’idea che la donna è nulla, che può essere picchiata dal marito, che non deve farsi vedere da nessuno. Ma non è solo questo. Le protagoniste di questo libro sono due donne. Una che è cresciuta nella povertà, l’altra, invece, la più giovane è vittima di un bombardamento che le ha ucciso i genitori. Entrambe sono sposate allo stesso uomo, ed entrambe sapranno mettere da parte l’ostilità, a volersi bene ed alla fine si terranno per mano contro la crudeltà dell’uomo. La scrittura di Hosseini è totalmente diversa dal primo romanzo, e non solo l’ho trovato migliore, ma la storia in se è riuscita ad emozionarmi tantissimo. E’ riuscito a farmi sentire in simbiosi con le due donne e il finale – senza far alcun spoiler – spezza davvero il cuore del lettore.

9788866325734_0_0_1565_75Amabili resti, di Alice Sebold: Susie è una ragazzina di quattordici anni che viene brutalmente stuprata ed uccisa, tagliata a pezzi dal proprio vicino di casa. La narrazione è scritta in prima persona proprio da Susie che, da morta, racconta della vita dei suoi genitori, dei suoi fratelli, come stanno tutti crescendo mentre lei, da morte, resterà sempre una quattordicenne. Un racconto che, a parer mio, fa venire la pelle d’oca, che riesce ad entrare dentro il cuore di chi ne sta leggendo la storia.

9788811686859_0_0_756_75Avevano spento anche la luna, di Ruta Sepetys. Una storia che poco conoscono, quella della popolazione dei Baltici importati con forza in Antartide, trattati come schiavi a scavare nel fango, poi nel ghiaccio, senza alcuna protezione. Persone che morivano di freddo, congelati o con malattie che avrebbero potuto curare se solo avessero voluto. La tristezza di questa narrazione si nota già alle prime pagine, considerando il tema, ma il finale è un colpo al cuore così forte che non piangere è impossibile.

88116826819788811682684-300x451– La voce invisibile del vento, di Clara Sanchez. Una donna finisce in coma, eppure, dentro la sua testa, è viva. E’ viva, ma sola. Non riesce a trovare la via di casa, non riesce a trovare suo marito, il suo bambino. Non ha più il suo telefono, non ha il portafoglio. Ha solo la sua auto, nient’altro. In questo libro, la Sanchez racconta, appunto, di una donna che sta sognando nel suo coma, e la sua paura, la sua paranoia, non può che trasmettersi al lettore, così come la volontà del marito, il suo amore per la moglie. Un amore che lo costringerà a far qualcosa che nessuno si sognerebbe, arrivando a qualcosa che, davvero, gli ha riservato un applauso. Mi è piaciuto davvero questo libro, ne ho apprezzato la tematica, il modo di scrittura e la storia in se. Impossibile non commuoversi.

Ne avete letto qualcuno? Avete da consigliarmene qualcuno?
Commentate pure!

Wrap Up Agosto 2018

 

Il mese di agosto, comunque, non è stato deludente. Ho letto libro su cui non avevo alcuna aspettativa e che mi hanno lasciato sorpresa, e libri che, al contrario, pensavo fossero da cinque e si sono rivelati da due. Ma ho letto nove libri e sono abbastanza soddisfatta di queste letture!

9788820055905_0_0_1551_75.jpg1 – Storia di una ladra di libri, di Markus Zusak, narra di Liesiel, una ragazzina che, in tempo di guerra – parliamo del 1939 – viene data in affidamento ad una famiglia tedesca, ma ancora prima vede il fratellino morire fra le braccia della vera madre. La sua passione sono i libri, ed anche se inizialmente non sa decifrare le lettere e dare loro un suono che abbia un significato, la ladra di libri li salva da ogni pericolo. Storia di una ladra di libri è uno dei libri più particolari che abbia letto. In primis, la voce narrante è la vera protagonista della guerra – della seconda, come della prima e di quelle più presenti – ovvero, la Morte. Secondo poi, Zusak è riuscito ad emozionarmi tantissimo con questa storia e con il suo modo di scrittura scorrevole ma che rimane impresso nella mente.
Non posso che donare a questo libro il massimo: cinque su cinque.

amabili-resti-sebold.jpg2 – Amabili resti, di Alice Sebold. Anche qui mi ritrovo a dover dare il massimo, cinque su cinque. Susie, appena quattordicenne, d’improvviso scompare. Sarebbe dovuta tornare a casa dopo la scuola, invece non ha messo piede dentro l’appartamento. Ma i suoi genitori, così come tutto il vicinato, non hanno idea della drammatica fine che ha fatto la ragazzina, ed è proprio lei a raccontarlo in prima persona. Lo spirito di Susie che sta accanto alle persone che ha amato, con cui è cresciuta e che l’hanno cresciuta, e che adesso lei sta vedendo crescere mentre lei, da morta, non può che restare a guardare mentre il suo assassino continua a molestare e ad uccidere altre ragazze come lei.
Un libro che mi ha toccata profondamente, trattando argomenti anche piuttosto reali.

40a6603416f143fe893c9b2d735bde9770442p-I4L7HU6S.jpg3 – The Sinner, di Petra Hammesfehr. Qui parliamo di un thriller che mi ha stupito dall’inizio alla fine, con colpi di scena che non mi aspettavo. Cora, ventiquattro anni, è una moglie ed una madre che lavora per il suocero in un agenzia di famiglia. Un giorno qualcosa le scatta nel cervello quando il marito, quel venerdi, comincia a “provocarla”. Quasi gli spezza il collo, e da questo evento decide di farla finita. Ma al lago, dove pensa di potersi affogare, succede l’incredibile. Cora uccide un uomo a coltellate. Un uomo che non conosce.
Il libro procede lentamente, ma ogni attimo è fondamentalmente importante per comprendere la storia, per rispondere alle domande a cui si proverà a dare una risposta, ma sarà errata (io vi ho avvertiti). Un libro che, per quanto lungo, è impossibile da leggere lentamente.
Anche qui, mi sento di dare il massimo. Cinque su cinque!

9788863807639_questa_volta_tocca_a_te.jpg4 – Questa volta tocca a te, di M. J. Arlidge. Una ragazza ed un ragazzo vengono catturati dopo un concerto e sistemati in una stanza senza cibo, acqua e aria pura. Accanto a loro semplicemente un cellulare ed una pistola. Un messaggio: se vuoi vivere, uccidi. L’intento è questo: uno dei due si salverà se avrà il coraggio di uccidere l’altro. E’ grazie alla ragazza, Amy, che il commissario Helen Grace viene a conoscenza di questo killer che non si sporca le mani, ma la coscienza, con delle anime che mette l’uno contro l’altro. Ma il peggio arriva quando Helen si accorge che le vittime non sono casuali, ma legate al commissario.
Qui abbiamo una storia davvero avvincente, cruda e con colpi di scena che fanno venire voglia di non staccarsi più dal libro. L’ho apprezzato con grandissimo piacere.
Quattro su cinque.

9788842930068_0_0_0_75.jpg5 – La moglie imperfetta, di B. A. Paris. Come detto, avevo già letto il primo libro di questa autrice, e seppur non sia esattamente bello come il primo, anche qui abbiamo una storia ricca di ansia, di dubbi e paranoie. Cass Anderson è una donna sulla trentina. Tutto è perfetto nella sua vita: marito perfetto, migliore amica perfetta, lavoro perfetto. Vita perfetta. Finchè qualcosa non la scolvolge. Sta tornando a casa, la pioggia batte sul parabrezza e decide di deviare lungo una scorciatoia, prendendo per il bosco. Non si aspetta di vedere una macchina ferma, con una donna dentro che sembra attendere qualcosa. Non si ferma, va avanti. L’indomani, però, viene a sapere che quella donna e morta, ma non solo. Che quella donna era la sua nuova amica, Jane. Lo stress diventa qualcosa di grande ed incontrollabile, ma c’è ancora qualcosa che la scolvolge. Cass Anderson dimentica. Dimentica di portare la borsa, dimentica del regalo di una sua amica, dimentica soldi, dimentica persino di aver firmato un contratto per l’allarme di casa. Ma non ha idea di cosa le stia succedendo.
Ha un meritatissimo quattro su cinque.

9788804677147_0_0_1558_75.jpg6 – Tredici, di Jay Asher. Conoscendo già la trama grazie alla serie tv, non è stato difficile leggerlo. Hannah Baker decide di suicidarsi, ma prima di mettere un punto alla sua vita, decide di elencarne tredici, di punti. I punti relativi al suo suicidio. Tredici punti per tredici persone.
Do un tre e mezzo su cinque per questo libro, in quanto diciamo che manca di descrizioni più amplie, ma se devo ammetterlo, l’ho trovato più coinvolgente rispetto alla serie.

9788856622218_0_0_806_75.jpg7 – Non tornerai mai più, di Hans Koppel. Ylva sta tornando a casa, con le cuffie alle orecchie, quando una donna al volante la ferma. La riconosce, le chiede come sta e dove abita, e quando Ylva rivela il suo indirizzo, la donna – ed il marito dietro – insiste affinchè salga in auto e che accetti il passaggio. Ylva è scostante, ma accetta. Improvvisamente viene colta dal dubbio che, forse, non sia stata una buona idea, ma lo saprà per certo quando non si ritroverà a casa sua, piuttosto chiusa in una cantina ad osservare da un televisore la sua vecchia vita: la porta di casa sua, suo marito che esce e sua figlia che cerca la mamma.
Un thriller crudo dove il punto fondamentale è la vendetta. Non mi è dispiaciuto, ma non l’ho apprezzato come avrei pensato. Per questo do un tre su cinque.

9788809849204_0_0_300_758 – Anonimo, di Ursula Poznanski e Arno Strobel. Qui ammetto che c’è stata una grandissima delusione. Avevo aspettative altissime, eppure mi sono ritrovata con un libro in mano pieno di pagine, con una storia che avrebbe potuto essere veramente avvincente, eppure che non è riuscito a lasciarmi nulla. Ho trovato evidente che il libro fosse stato scritto a due testa – o a quattro mani – in quanto ho trovato differente il metodo di scrittura. In ogni caso, la storia tecnologia in cui un serial killer fa un forum dove fa dei sondaggi, e alla fine decide di uccidere il vincitore, mi è sembrata davvero “figa”. Se fosse stata scritta meglio, se la storia fosse stata esposta meglio, probabilmente sarebbe diventato fra i miei preferiti.
Mi sento di dare un due su cinque, votando più l’idea che il libro in se.

71Gw5PlHkiL.jpg9 – La strada, di Corman McCarthy. Un racconto sconvolgente, di un padre ed un figlio alle prese con un mondo che non è come lo conosciamo noi. Un mondo ormai finito, perso, dove la vita è ormai andata a farsi benedire. Eppure, se devo ammetterlo, non mi è entrato dentro. Anche qui avevo delle grandi aspettative, pensavo di emozionarmi altamente, ma non ho apprezzato moltissimo il modo di scrittura dell’autore, in cui il discorso diretto era mischiato con l’indiretto.
Anche qui mi sento di dare un due su cinque.

 

Avete letto qualcuno di questi libri? Siete in disaccordo con qualche mia idea? Fatemelo sapere!

Libro – Amabili resti [ Alice Sebold ]

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Titolo: Amabili resti.
Autrice: Alice Sebold.
Traduttrice: Chiara Belliti.
Anno prima pubblicazione: 2002.
Editore: Edizioni e/o.
Genere: Narrativa.
Pagine: 345.

Trama: Ha appena quattordici anni quando Susie Salomon viene uccisa. Viene catapultata in un altro mondo, nel suo Cielo, e da li resta a guardare come il mondo, quello della Terra, andrà avanti. Come i suoi genitori andranno avanti. I suoi fratelli. I suoi amici. Il suo unico “amore”. Ed anche il suo assassino.
Il mondo gira, i ragazzini diventano adulti, i suoi genitori vecchi, e lei resterà una quattordic’enne per sempre.

Opinione personale:

“La cosa più bizzarra riguardo la Terra era quello che vedevamo quando guardavamo giù. Oltre al prevedibile panorama iniziale, il vecchio effetto “formiche dal grattacielo”, in ogni parte del mondo c’erano anime che lasciavano i corpi.”

Vi siete mai chiesti cosa succede quando si muore? Dove si finisce? Se si finisce in un mondo nuovo, il Cielo e il Paradiso, come dicono in molti, o se l’anima resta intrappolata sulla terra assieme ai familiari? Scommetto di si, e scommetto che se lo chiese anche Alice Sebold mentre inventava qualcosa che non sa di risposta, ovviamente, perchè una risposta a queste domande non esiste, ma sicuramente una sua formula. Ebbene, Amabili Resti tratta di questa ragazzina di quattordici anni che viene assassinata dal suo vicino di casa in un giorno qualsiasi. La sua anima viene risucchiata nel suo Cielo ed è da quel Cielo che comincia a guardare, ad essere spettatrice, esattamente come un uomo che guarda le formiche dall’alto, i suoi familiari; i suoi genitori, sua sorella e suo fratello, i suoi ex compagni di scuola, sua nonna ed anche il suo assassino. Li vede crescere. Vede sua sorella diventare una donna, la donna che lei non potrà mai diventare. Vede suo fratello diventare un giovane uomo. Vede suo padre e sua madre invecchiare. Vede il suo assassino andare avanti.

“Un fatto, la mia morte, collagasse tutte quelle immagini. A un’origine unica. Nessuno avrebbe potuto predire in che modo la mia perdita avrebbe cambiato dei piccoli momenti sulla Terra. Ma io mi aggrappavo a quei momenti, li accumulavo. Neanche uno ne sarebbe andato perso, finchè ero lì che li guardavo.”

Il messaggio che Sebold vuole dare – o comunque quello che sono riuscita a percepire – è chiaro: la morte è una cosa orribile ed avviene per tante cause. Può essere causata dalla natura, può essere causata da un animale o da un uomo. Può essere causata da tantissime cose, ma in ogni caso, una persona morta lascia un vuoto dentro che sarà difficile da riempire. E’ il caso di Jack Salomon, il padre, che non si rassegna nemmeno un attimo della morte della sua bambina, che cerca il colpevole. Rassegnarsi alla morte, specialmente di una persona casa e causato non dalla natura, ma da qualcosa di innaturale, è impossibile. Eppure, l’altro messaggio, quello, che giudicherei positivo, e che Alice Sebold ci da, è che la vita va avanti. Le giovani donne come Ruth, Lindsey e i giovani uomini come Ray, Samuel, Buckley, crescono. Crescono, fanno le loro esperienze. Ci si fidanza. Ci si sposa. Si trovano degli hobby. Si festeggia la laurea. E tutto questo accade anche se una parte di sè è con quella persona che manca da tanto, troppo tempo.

“Fu Buckley a vedermi, mentre papà e Lindsey si univano al gruppo ascoltando gli innumerevoli brindisi di nonna Lynn. Mi vide sotto la pendola rustico-coloniale e sgranò gli occhi. Stava bevendo champagne. Una miriade di fili partiva dal mio corpo e si allungava tutt’intorno ondeggiando nell’aria. Qualcuno gli passò una fetta di torta. Lui la tenne in mano ma non la mangiò. Vide la mia figura e il mio viso, che non erano cambiati – avevo ancora i capelli con la riga nel mezzo, il seno piatto e i fianchi stretti – e stava per chiamarmi. Ma durò un istante, poi svanìì.”

Alice Sebold ci racconta la vita di altre persone e di come la vita di queste persone è andata avanti, guardata dagli occhi di una povera quattordicenne uccisa che appare come un personaggio di sfondo piuttosto che la protagonista reale. Un libro che, a parer mio, spiazza. Il suo modo di scrivere è leggero, scivola dinanzi gli occhi del lettore, eppure ricco di metafore che fa vivere attimo dopo attimo quel che Susie sta “vivendo”. Le sensazioni. Le emozioni. Certo, non mancano scene “incredibili” che non sto a spoilerare, che mi hanno fatto schiudere le labbra in un sorriso, eppure anche quella scena poco credibile non rovina il romanzo, il suo messaggio. Un libro da leggere lentamente per catturare tutte le emozioni che vi sono dentro. Ma specialmente, seppur sia un racconto di fantasia, Alice Sebold ci lascia un messaggio che potrebbe essere visto come un avvertenza, ma che ai miei è un’assoluta verità:

“Perchè l’orrore sulla Terra è reale e accade tutti i giorni. E’ come un fiore o come il sole, è qualcosa di incontenibile.”

Voi lo avete letto? Cosa ne pensate?