Libro – La ragazza di prima [ J.P. Delaney ]

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Titolo: La Ragazza di Prima.
Autrice: J.P. Delaney.
Traduzione: M. Castagnone.
Anno di prima pubblicazione: 2017.
Editore: Mondadori.
Genere: Thriller; suspense.
Pagine: 390.
Stelle: ☆☆☆☆/5.
Prezzo di copertina: € 19,00.

Trama: Con quest’uomo ci andrei a letto. Gli ho detto poco più che buongiorno, eppure la parte più segreta di me, quella che sfugge al mio controllo, ha già espresso il suo giudizio. Lui mi tiene aperta la porta della sala riunioni e persino questo piccolo gesto di cortesia mi sembra carico di significato. Non posso credere di essere a un passo, un solo piccolo passo, dall’aggiudicarmi la casa che lui, Edward Monkford – un innovatore, un architetto riservato e profondo –, ha progettato e realizzato in Folgate Street, civico 1, Londra. Una casa straordinaria. Un edificio che coniuga l’avanguardia europea ad antichi rituali giapponesi. Design minimalista di pietra chiara, lastre di vetro insonorizzate e sensibili alla luce, soffitti immensi. Nessun soprammobile, niente armadi, niente cornici alle finestre, nessun interruttore, nessuna presa elettrica. Un gioiello della domotica, dove tutta la tecnologia è nascosta. Una casa che però ha le sue regole, il Regolamento come lo chiamo: se diventerà mia non dovrò soltanto rinunciare a tappeti, fotografie alle pareti, piante ornamentali, animali domestici o feste con gli amici, ma dovrò plasmare il mio carattere, accettare una concezione della vita in cui il meno è il più, in cui l’austerità e l’ordine sono la purezza, e la sobrietà la ricompensa. Perché lui vuole così, perché lui è così. Ha voluto sapere tutto di me, mi ha chiesto un elenco di tutte le cose che considero essenziali per la mia vita. Dicono che quest’uomo, dai capelli di un biondo indefinito e dall’aspetto poco appariscente, con gli occhi di un azzurro chiaro e luminoso, sia un architetto eccezionale perché non cede a nessuna tentazione. Tuttavia, la casa è già stata abitata, una volta. Da una ragazza della mia stessa età, quasi una mia gemella, mi hanno detto. Anche lei, come me, non insensibile al fascino di quest’uomo. Una ragazza che tre anni fa è morta. In questa casa.

“Ci sono momenti in cui sento di non essere sola. Dicono che sto diventando paranoica, eppure questa sensazione persiste. Chi era la ragazza prima di me? Sento che le è successo qualcosa. Qualcosa di terribile. In questa casa.”

Opinione Personale: La ragazza di prima è un thriller che cattura già dalle prima pagine, rendendo il lettore in primis semplicemente curioso, e in secondo tempo, completamente attratto da quella che sarà la verità. Una verità alla quale, seppur intuibile a qualche passo dalla fine, ci si arriva lentamente, e si assapora con grandissimo gusto.
Lo stile della scrittrice è parecchio scorrevole, scivola dinanzi agli occhi e fa volgere una pagina dopo l’altra, dalla quale è impossibile staccarsi. Descrive due donne: la prima è Emma, una ragazza sui ventisei anni, una donna risoluta, affascinante alla quale non mancano le attenzioni ma nemmeno dei problemi, che abita nella casa tre anni prima rispetto alla seconda donna, Jane, la quale ha perso la sua bambina qualche tempo prima e ha bisogno solo di un posto confortevole. Un posto dove poter cambiare. Una del passato – ieri – e l’altra del presente – oggi. Entrambe è possibili definirle simile eppure piuttosto diverse. Entrambe hanno in comune la casa dove hanno abitato. Una casa dalle regole rigide, monitorata dagli strumenti tecnologici e che pure, le due donne, trovano confortevole; entrambe hanno avuto a che fare con lo stesso uomo, tanto duro quanto confortevole, esattamente come la casa. Jane è completamente curiosa di sapere cosa è accaduto ad Emma, come è morta, ma più tardi diventerà una necessità sapere se quello che è successo all’inquilina che l’ha preceduta, sia stato un incidente o un omicidio. Le verità nascoste che vengono a galla non fanno altro che attirare ancora di più il lettore e la domanda fondamentale che riempie il cervello è “Ma quanto è vero tutto questo? Chi è veramente il cattivo della situazione?“.
Leggendolo, non ho percepito semplicemente la solita ansia da thriller – quella che, ovviamente, adoro – ma anche dell’angoscia. Come ho detto, ho avuto un input sul cattivo ma verso il finale, ma lo stupore e la meraviglia che mi hanno coinvolto hanno reso il tutto eccezionale.
Consiglio “La ragazza di prima” a tutti gli amanti dei thriller ricchi di tensione, di dubbi e domande.

Libro – Formicae [ Piernicola Silvis ]

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Titolo: Formicae.
Autore: Piernicola Silvis.
Anno di prima pubblicazione: 2017.
Editore: Sem.
Genere: Giallo; Thriller; Suspense.
Pagine: 441.
Stelle: ☆☆☆/5
Prezzo di copertina: € 17,50.

Trama: La voce al telefono dice che Livio Jarussi, il bambino scomparso da due anni, è vivo e sta bene. Aspetta soltanto di essere riportato a casa, dai suoi genitori. Quando la polizia arriva nel luogo indicato dalla voce anonima, una discarica alla periferia di Foggia, trova una scena sconcertante. Qualcuno ha allestito un terribile quadro rituale. Sepolto malamente tra i rifiuti c’è il corpo di Livio. Sulla misera tomba, come un lugubre ornamento, si alza una croce di legno e ferro. Ciò che rimane di Livio, ormai mangiato dalla terra che lo ha nascosto per due anni, è quasi solo un brandello della felpa che indossava al momento della scomparsa, dove campeggia la scritta Zio Teddy. Una macabra firma.
Per Renzo Bruni, alto funzionario del Servizio Centrale Operativo, il mitico SCO, l’unità investigativa della Polizia di Stato, questo ritrovamento significa tornare a occuparsi del caso che più di ogni altro l’ha tormentato, come poliziotto e come uomo. Per Zio Teddy invece è semplicemente la ripresa di una partita a due, giocata con gli strumenti del male. Ma in questa storia ad alta tensione emotiva, scritta da un maestro italiano del thriller, ciò che a prima vista sembra vero non è detto che lo sia fino in fondo. In questa storia le cose che accadono hanno sempre un lato sinistro. La partita inizia tra i due avversari, infatti, si apre presto a un terzo giocatore, il più feroce, il più sfuggente.
Anche lui, come Bruni, ma per ragioni diverse e inaspettate, vuole che il mostro di Livio e di altri innocenti torni nell’inferno brulicante di formiche che lo ha generato.

Opinione personale: Ambientato in Italia, precisamente nella Foggia colpita dalla mafia e da quant’altro che danneggia la città, Formicae narra di un assassino spietato che maltratta ed uccide i bambini. Più che semplicemente Thriller, Formicae lo definirei un giallo poliziesco classico dei nostri giorni con una bella dose di suspense.
La narrazione viene raccontata in due maniere: possiamo vedere la parte descritta in prima persona dove il protagonista di tali pensieri è Renzo Bruni, il poliziotto del nord che si occuperà di questo caso, cercando di catturare lo Zio Teddy; la seconda parte, invece, è in terza persona e, seppur non sia l’unico, il maggior protagonista è addirittura l’assassino di cui si fa il nome sin dall’inizio e che mette subito all’attenzione il lettore sulla sua forma di malattia.
Mi è molto piaciuto questo lato di narrazione, in cui lo scrittore ci fa conoscere immediatamente la psichosi, lo stato mentale, dell’assassino, facendo si che agli occhi di chi legge – quanto meno ai miei occhi – non appare come “un animale spietato”, ma come un umano bisognoso di aiuto che non controlla alla perfezione i suoi istinti. No che questo possa far davvero pena, ma l’ho trovato abbastanza interessante.
La suspense è toccabile ma non ai livelli di un thriller pieno di tensione, ma questo non ne guasta la lettura.
Formicae è un poliziesco in cui non vi è da scoprire chi è l’assassino, piuttosto fin dove può arrivare, fin dove può spingersi, riempendo il lettore di curiosità.
Una lettura apprezzabile, forse un po’ lenta, quanto meno per i miei gusti, ma piacevole e scorrevole.

Libro – So chi sei [ Elisabeth Noreback ]

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Titolo: So chi sei.
Autrice: Elisabeth Noreback.
Traduzione: Alessandro Storti.
Anno di prima pubblicazione: 2018.
Editore: Nord.
Genere: Thriller; suspense.
Pagine: 377.
Stelle: ☆☆☆☆☆/5
Prezzo di copertina: € 16,90.

Trama: Stella Widstrand è una stimata psicoterapeuta. Ha una bella casa, una famiglia amorevole, una vita felicemente normale. Un giorno, però, una nuova paziente entra nel suo studio e, in un attimo, Stella torna a vent’anni prima, sulla spiaggia dov’era scomparsa Alice, la sua figlioletta di poco più di un anno. All’epoca, la polizia aveva concluso che la bambina era riuscita a raggiungere il mare ed era annegata, sebbene il corpo non fosse mai stato ritrovato. Nel fondo del suo cuore, però, Stella non ha mai creduto alla versione ufficiale e, adesso, ne è convinta: quella ragazza dai lunghi capelli neri è Alice. Una madre lo sa. Sa chi è sua figlia. E, per dimostrare di avere ragione, Stella è pronta a fare qualsiasi cosa. Anche a mettere a rischio la propria carriera. Anche ad affrontare oscuri segreti del passato e a camminare in bilico sul baratro della follia. Perché il confine che divide speranza e ossessione è sottile come un filo invisibile… Isabelle Karlsson ha dovuto lottare a lungo per avere il permesso di frequentare l’università a Stoccolma. Se fosse dipeso solo da sua madre, sarebbe rimasta per sempre nel paesino in cui è nata e cresciuta. Isabelle era quindi lontana da casa quando il suo adorato padre è morto all’improvviso, e al dolore si è sommato lo sconcerto nel momento in cui la madre le ha rivelato che non era lui l’uomo che l’ha concepita. Confusa e arrabbiata, Isabelle decide di rivolgersi a una psicoterapeuta per essere aiutata a fare chiarezza nella sua vita. Tuttavia Isabelle non può sapere che entrare nello studio della dottoressa Stella Widstrand scatenerà una serie di eventi che la travolgerà… Kerstin ha dedicato la sua esistenza alla figlia Isabelle, ha sacrificato tutto per crescerla al meglio e per farsi amare. E adesso non può permettere che un’altra donna si avvicini troppo a lei…

“Ho impiegato anni a ricostruirmi una vita e ad arrivare dove sono oggi. Mi sono lasiata il passato alle spalle, ma questo non significa che l’abbia dimenticato. Certe cose non si dimenticano mai.
Resto sul pavimento.
Gambe raccolte tra le braccia.
Ispiro. Espiro.”

Opinione Personale: So chi sei è un thriller ricco di suspense e adrenalina, che si evolve lentamente ma che coinvolge in pieno il lettore.
Devo ammettere che, leggendo le prime pagine, non mi aveva attratto moltissimo, eppure c’era qualcosa che mi spingeva a leggerlo. Vuoi la curiosità, vuoi per lo stile di scrittura abbastanza fluido, in ogni caso ho continuato a leggerlo e non potrei esserne più felice.
Un thriller tutto al femminile e psicologico, dove le protagoniste sono tre donne collegate fra di loro da un passato oscuro. Abbiamo Stella, una psicologa che, anni fa, perse la figlia; abbiamo Kerstein, una madre che farebbe qualsiasi cosa per proteggere la propria figlia, ed infine abbiamo la figlia, Isabelle, che del proprio passato non ne conosce tutte le sfumature. Un libro che parla dell’amore materno, un amore che supera tutti qualsiasi altro tipo di amore.
Noreback riesce a giocare perfettamente non solo con i personaggi che collega alla perferzione, così come le vicende, ma anche con il lettore. Infatti, l’autrice, trae in inganno diverse volte e seppur il finale è possibile intuirlo a metà libro, ciò non toglie la sorpresa nel finale, che sorprende, spiazza, spezza il fiato.
So chi sei si legge d’un fiato, è elettrizzante, riempie il lettore di dubbi e suspense, tenendo il fiato sospeso; staccare gli occhi dalle pagine è davvero impossibile. Per gli amanti del thriller psicologico non è solo una buona, ma oserei dire un ottima lettura.

Che libro regalo a Natale?

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Aaaah, quanto è dolce e bello il Natale! Manca davvero poco e la festa più bella e magica dell’anno, sta per arrivare!
Da amante lettrice, capisco bene che il natale diventa ancor più magico quando tutto l’albero si trovano dei pacchettini con la forma rettangolare e già si percepisce il buon odore di un libro nuovo di zecca.
Ma quali sono i libri che potrebbero essere giusti per un regalo?
Ve ne elenco qualcuno, sperando che possano interessarvi!

Per amici/parenti amanti del thriller come la sottoscritta, non posso che consigliarvi:
Chi è senza peccato, di Jane Harper (edito dalla Bompiani): primo libro dell’autrice e primo caso di Falk, un thriller che prende e lascia con il fiato sospeso per tutto il tempo della lettura;
La figlia sbagliata, di Jeffery Daever (edito dalla Rizzoli): la storia di una vendetta, per chi ama, oltre i thriller, le scene più cruente e spaventose alla Stephen King, questo non può che essere il regalo ideale!
Il ladro di anime e Il Bambino, entrambi libri di Sebastian Fitzek (ed editi da Elliot), sconvolgono la mente di chiunque, facendo credere quello che in realtà non è reale, e li ritengo adatti a chi non ama semplicemente il thriller, ma quello più psycho;
L’incubo di Hill House, di Shirley Jackson (ed edito da Adelphi) che, seppur non si tratti proprio di un thriller, è da regalare a chi ama il brivido, il terrore.

E cosa regalare a chi è attratto dalle storie “significative” , tristi? Eccovene alcuni:
Amabili resti, di Alice Sebold (edito da edizioni e/o), la storia di una ragazzina di 14 anni che muore, uccisa da un uomo malato di mente; un libro che tocca decisamente il cuore e l’anima, e che strazia.
L’eleganza del ricco, di Muriel Barbery (edito da edizioni e/o), un libro da un significato inestimabile, che porta a riflessioni particolari e che, alla fine, non può che lasciare un vuoto dentro.
Sette minuti dopo la mezzanotte, di Patrick Ness (edito dalla Mondadori), libro che si può leggere – e regalare – a qualsiasi età, dai 10 anni ai 99, perchè è una favola che trasporta veramente e che resta dentro il cuore.

E siccome da queste parti non siamo persone che amano solo thriller e letture tristi, ecco qualche titolo “divertente”:
Quest’anno non scendo, dei Casa Surace (edito dalla Sperling&Kupfer) che racconta la storia della famiglia Capaccio, del loro viaggio verso il lontano Nord dal loro vicino Sud, per passare la festa del Natale assieme al figlio costretto a star lontano da casa; divertente, ironico, pieno di sfaccettature che rallegrano il lettore;
La ragazza fantasma e I love Shopping, di Sophia Kinsella (editi dalla Mondadori), sono i due libri dell’autrice che ho più amato, ideale per chi ama l’ironia sia della storia che nei personaggi.

Voi che titoli consigliate? Avete intenzione di regalare qualche libro a Natale? Fatemi sapere quali!

Collaborazione con La Corte Editore – Quel che resta del peccato [ Matthias Graziani ]

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Titolo: Quel che resta del peccato.
Autore: Matthias Graziani.
Anno di prima pubblicazione: 2015 - stampato nel 2018.
Editore: La Corte Editore.
Genere: Thriller.
Pagine: 268.
Stelle: ☆☆☆/5.
Prezzo di copertina: € 16,90.

Trama: Kurt è un ex poliziotto mezzo italiano e mezzo tedesco che non sa darsi un contegno: frequenta i luoghi peggio raccomandabili, beve troppo, agisce contro le regole e reagisce senza pensare. Il tempo di arrivare a Bolzano e, durante la notte del Sacro Cuore, nei boschi fuori città, un uomo e una donna vengono trovati morti. Sono stati assassinati in modo bestiale, e Kurt viene assegnato come investigatore alla Squadra mobile della Polizia. Insieme alla nuova partner Vanessa, bella e sfacciata, toccherà a lui mettersi sulle tracce del killer. La stampa ha già soprannominato l’omicida Schäferhund: il Pastore Tedesco. Ma quando Kurt si risveglia in una vasca da bagno con una ferita chirurgica alla schiena, ecco che inizia un orrore inimmaginabile. E nel frattempo, Bolzano viene travolta da una guerra tra bande di motociclisti: un biker è stato ucciso e ora i suoi compagni cercano vendetta. Nel mezzo di questa apocalisse sull’asfalto, il Pastore Tedesco torna a colpire. Kurt dovrà restare lucido. Anche se, tra incubi e indagini, è arrivato il momento per lui di affrontare il passato. Prima che il passato lo annienti.

“C’è sempre qualcosa di stregato e di malvagio in una scena del crimine. E’ come un’epidemia: tutto quello che ti sta attorno, lentamente, viene contagiato. Un perimetro in cui la malvagità sfuma, dissolvendosi nella normalità. Ed è su quel confine che si trova la memoria del killer, la fonte del suo piacere.”

Opinione Personale: Quel che resta del peccato, di Matthias Graziani, è un thriller abbastanza sanguinolento che, però, purtroppo, non è riuscito a suscitarmi quel che solitamente apprezzo nei thriller. Ma andiamo per gradi:
Matthias Graziani ha scritto un romanzo un buon romanzo che, però aveva tutti i connotati per essere davvero ottimo, se non fosse stato per dei particolari che mi sono risultati forse eccessive. Cominciando dal personaggio principale, Kurt, un ex poliziotto abbastanza inusuale e che ho amato all’inizio, per la sua lingua biforcuta e la risposta – o battuta – sempre pronta ad atterrare il nemico, ma che, andando avanti con la lettura, mi è parso fittizio a causa di certe esagerazioni.
Lo stile di scrittura di Graziani è abbastanza fluido e le vicende scivolano dinanzi agli occhi, ma a tal proposito, voglio dire che forse scivolano anche troppo velocemente. Mi è parso che vi sia stato davvero poca descrizioni degli eventi, e che gli stessi siano stati proseguiti veramente troppo velocemente senza darmi la possibilità di affezionarmi a qualcuno dei personaggi. Avrei apprezzato davvero che fra Kurt e Vanessa vi fosse qualcosa di più, ma che succedesse in progressione agli eventi, facendoceli conoscere meglio, o conoscere meglio l’amicizia fra Battista e Kurt.
Mi spiace dirlo e spero che lo scrittore non me ne abbia, ma, personalmente, leggendolo non ho sentito quel brivido di piacere che solitamente percepisco durante un thriller, nello scoprire il vero colpevole, la sofferenza per la morte di un personaggio importante.
E seppur le note negative che ho appena esposto, che però non vogliono in alcun modo essere offensive, posso dire che lo stile fluido dello scrittore mi ha permesso di leggere il libro senza alcuna difficoltà ed anche abbastanza velocemente, per cui lo consiglierei ad un pubblico che sta cominciando ad apprezzare i thriller.

Voi lo avete letto? Mi piacerebbe sapere la vostra opinione!
Veronica (PiccoliMomentidiEcstacy)

Collaborazione Sperling&Kupfer – Quest’anno non scendo [ Casa Surace]

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Titolo: Quest'anno non scendo.
Autore: Casa Surace.
Anno di prima pubblicazione: 2018.
Editore: Sperling&Kupfer.
Genere: Romanzo; comico.
Pagine: 285.
Stelle: ☆☆☆☆☆/5.
Prezzo di copertina: € 16,90.

Trama: Antonio Capaccio è un giovane del Sud trapiantato al Nord. Dopo anni da fuorisede, tra università e stage, sta finalmente per raggiungere l’agognato obiettivo di ogni precario: il posto fisso. Ma è un sogno che si realizza a caro prezzo: Antonio dovrà restare a Milano durante le imminenti feste di Natale. Potrebbe sembrare una buona notizia, ma non per una famiglia del Sud: sua madre Antonietta, ricevuta la telefonata sul baldacchino che la porta in processione per le vie del paese nelle vesti di Santa Lucia, grida disperata, tra la folla scoppia il caos e mezzo paese finisce in ospedale. Al capezzale della moglie, Rocco Capaccio si gioca tutte le promesse che un uomo non farebbe mai, purché lei si risvegli. Arriva a giurare di portarla fino a Milano per trascorrere il Natale insieme al figlio. E allora, miracolosamente, la donna apre gli occhi.
Inizia così, a bordo di uno scassatissimo furgone Volkswagen anni Settanta, il viaggio verso Nord della famiglia Capaccio: genitori, nonni, fratello, zia, cugini e pure amici al seguito. Qualcuno affronta quei mille chilometri di asfalto con un desiderio segreto nel cuore: chi vuole fuggire per sempre dal paese, chi sfondare nella musica, chi ritrovare un amore perduto. Ci saranno sorprese e avventure, imprevisti e rivelazioni, tra epiche sfide di nonne ai fornelli, gemellaggi etilici Sud-Nord, nuovi amori e vecchi rancori. La famiglia rischierà di scoppiare, la destinazione sembrerà irraggiungibile.
Ma al grido «Nulla separa una famiglia a Natale», i Capaccio saranno pronti a sfoderare un intero arsenale di astuzie e tradizioni pur di compiere quella missione impossibile. TUTTINSIEME: perché una famiglia è una famiglia solo quando non si divide.

“« Pensa che ogni famiglia è strana. E che forse la tua famiglia del Sud è un po’ più strana. Ma che funzioni o no, che sia una cosa del passato o meno, a me il malocchio è sembrato “vero”. E tutto con voi mi sembra vero, reale, importante, antico. Non dico che dovresti esserne fiera, non sempre, non di tutto, ma almeno, anche se te ne vuoi andare da San Vito, non ti dimenticare da dove vieni e chi ti ha reso quello che sei. »”

Opinione personale: Devo ammettere che non lo credevo possibile, ma Quest’anno non scendo, ha saputo davvero strabiliarmi, stupirmi e sorprendermi, dalla prima all’ultima pagina.
I Casa Surace sono abbastanza famosi su Youtube per i loro video ironici che trattano più che altro le differenze fra nord e sud ma trattando anche tematiche più importanti; ebbene, il tratto dell’ironia caratterizza il libro in sé , con battute che mi hanno fatto ridere a crepapelle, con scene, descritte talmente bene, che è stato proprio come averle dinanzi gli occhi. Ho sentito la traversata lungo l’Italia come se la stessi “subendo” in prima persona, come se ne stessi vivendo i disagi, le disavventure, e i dialoghi erano così vivi che ne ho quasi percepito la vicinanza fisica, come se mi fossero accanto. Eppure i Casa Surace non si sono limitati solo ad una narrazione comica. Assolutamente no.
Con uno stile di scrittura semplice ma non eccessivamente, Quest’anno non scendo racchiude in sè davvero tantissime emozioni. Sa far ridere, ma sa anche far commuovere. Ammetto che mi sono ritrovata con una lacrimuccia in certe scene, specie verso la fine. Ma, ancora, Quest’anno non scendo, in quelle quasi trecento pagine, ci parla di tradizioni, di vizi e doveri del Sud, ci parla di usanze che al giorno non sembrano importanti, ma lo sono, come il dover mangiare a pranzo la domenica, tutta la famiglia; parla di tematiche particolari, dell’importanza dei rapporti umani, di quelle sciocchezze che ci rendono tutti fratelli e cugini, e lancia dei messaggi che fan davvero riflettere. Ed infine il messaggio di Casa Surace è semplice ma di un inestimabile valore: la famiglia è importante, anzi, la “cosa” più importante che ognuno di noi ha. Che sia numerosa o meno, chiassosa o silenziosa, del nord o del sud, la famiglia è la famiglia!

Ed è quasi inutile dirlo, ma ovviamente ne consiglio la lettura. E la consiglio a tutti, ma proprio a tutti, specialmente in questo periodo per poter capire realmente l’importanza di festeggiare una festa in famiglia. E, ovviamente, perché non regalarlo a qualche amico, visto la festa imminente?

Ringrazio tantissimo la casa editrice per avermi mandato la copia del libro ed avermi dato la possibilità di leggerlo.

Libro – La chimica della morte [ Simon Beckett ]

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Titolo: La chimica della morte.
Autore: Simon Beckett.
Traduzione: Andrea Silvestri.
Anno di prima pubblicazione: 2006.
Editore: Bompiani.
Genere: Thriller; suspense.
Pagine: 438.
Stelle: ☆☆☆/5
Prezzo di copertina: € 13.00

Trama: In un paesino isolato alla periferia londinese, iniziano a susseguirsi efferati omicidi. L’assassino non si limita a torturare e uccidere le sue vittime – tutte donne – ma le “trasforma” secondo la fantasia della sua mente malata: sulla schiena di una attacca ali di cigno, nel ventre di un’altra infila conigli… Deve trattarsi evidentemente di uno psicopatico, e nel paese si diffondono panico e sospetto. È il dottor David Hunter, assistente del medico condotto locale ed ex autorità mondiale in fatto di analisi dei cadaveri, a indagare sul caso. La verità di cui verrà a capo sarà spiazzante: il colpevole non è un imbarazzante demente, ma una persona del tutto insospettabile.

“Il piccolo Sam aveva ragione: aveva parlato di un essere con le ali e, in qualche modo, quell’affermazione corrispondeva a verità. Nella carne ai lati della colonna vertebrale c’erano due tagli profondi. In essi, era stato conficcato un paio di bianche ali di cigno: sembrava il corpo di un angelo caduto, in decomposizione.”

Opinione Personale: Sinceramente, La chimica della morte, è uno di quei libri da cui avrei preteso certamente di meglio dalla lettura che, invece, ho affrontato. Ma andiamo per gradi:
La chimica della morte è il primo caso del Dottor Hunter, un medico generico ma che in passato aveva professato un lavoro ben diverso, ed abbastanza in grado di collaborazione con la polizia. Devo ammettere che mi ha preso immediatamente, per la scrittura abbastanza scorrevole, i dialoghi davvero molto carini. Ma, andando avanti, ho cominciato a fare fatica. Sebbene la lettura scorra, come ho detto, le vicende appaiono molto lente, alle volte anche poco inerenti con la storia in se, come se si volessero riempire i capitoli. Molte cose sembrano essere lasciate alla fantasia del lettore, cose che avrei tantissimo voluto leggere per capire meglio, e devo anche ammettere che a metà del libro avevo già avuto il sentore di chi fosse l’assassino, facendo anche scemare la speranza di avere la sorpresa finale.
E per quanto le note negative pesino, non è stata proprio una pessima lettura. La chimica della morte è un buon thriller che, semplicemente, sarebbe stato ottimo con qualche accortezza in più. La lettura è stata comunque piacevole e lo consiglio specialmente a chi vuole provare a leggere del thriller con un pizzico di brivido.

Collaborazione BookaBook – Dorian, il forestiero errante [ Claudio Morgese ]

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Titolo: Doran, il forestiero errante.
Autore: Claudio Morgese.
Anno di prima pubblicazione: 2018.
Editore: BookaBook.
Genere: Narrativa.
Pagine: 228.
Stelle: ☆☆☆☆/5.
Prezzo di copertina: € 14,00.

Trama: Un giovane sconosciuto “senza qualità” stipula un tremendo patto con un sedicente Dio: in cambio del proprio passato, dei propri ricordi, riceverà in dote la possibilità di prevedere il futuro. O meglio, le conseguenze delle proprie azioni. Doran – questo il suo nome – decide poi di “digerire quel po’ di calvario che è la vita” viaggiando. Lo attenderanno nove città surreali, paradossali, eccessive e perciò così spaventosamente simili a quelle del nostro tempo: vedrà piovere non acqua, bensì volantini; incontrerà cittadini che tentano in tutti i modi di confutare l’esistenza del tempo e innumerevoli altre assurdità. Quello del protagonista sarà un viaggio sia interiore, alle prese con la voracità dei propri desideri, con la labilità della sua condizione, con i baratri della propria anima gravida di contraddizioni, sia esteriore, in cui avrà a che fare con nove realtà che rifiuta e da cui è a sua volta rifiutato, ovunque forestiero, respinto come un virus estraneo che non riconosce quelle leggi, quei modi, quelle tradizioni. Solo dall’incontro tra questi due cammini paralleli e complementari Doran potrà trarre (forse) dei preziosi insegnamenti.

“Il bello del viaggio, per Doran, stava nel saggiare mondi diversi, batterli in lungo e in largo e gioire di tutta la conoscenza che ne veniva; ma come provava ad avvicinarvisi, s’accorgeva che da quel contesto lo separavano chilometri di estraneità.”

Opinione personale: Dorian, il forestiero errante, più che un romanzo narrativo lo definirei un “romanzo riflessivo“. L’autore, Claudio Morgese, trasporta il lettore – assieme al protagonista, Doran – in diversi mondi di fantasia, descrivendo il loro modo di vivere, le persone che vivono in quel posto, le loro “leggi” e i loro “pensieri”.
E’ un romanzo che porta a riflettere moltissimo. Ho percepito moltissimo del nostro mondo, ad esempio come la schiavitù del tempo, o la voglia di essere buoni, essere uguali, uomini e animali.
Lo stile di scrittura del giovanissimo autore – classe ’92 – lo definirei quasi “vecchio“, con dei gergi ed aggettivi che ho visto più che altro in romanzi di una certa data, rendendo la lettura più complicata di quel che mi aspettavo dalla trama, ma in ogni caso non impossibile. Per quanto impegnativa, Dorian, il forestiero errante è una lettura che si segue con piacere, che impone delle riflessioni importanti e che soddisfa.

Un grazie speciale va alla casa editrice BOOKABOOK, la quale mi ha inviato la copia del libro.