Titolo: Presenza Oscura. Autore: Wulf Dorn. Traduzione: A. Petrella. Anno di prima pubblicazione: 2019. Editore: Corbaccio. Pagine: 426. Stelle: ☆☆,5/5. Prezzo di copertina: € 19,50.
Trama:
Quando Nikka, sedici anni, si risveglia dal coma in ospedale fatica a ricordare cosa sia successo. Era a una festa, questo lo ricorda, insieme alla sua amica Zoe. Ma poi? Poi, improvvisamente un blackout. Nikka ha provato l’esperienza della morte: per ventuno terribili minuti il suo cuore ha cessato di battere, ma il suo cervello ha continuato a funzionare. E Nikka ricorda un tunnel buio in cui si intravedeva una luce e ricorda che anche Zoe era con lei. E quindi rimane scioccata alla notizia che Zoe è scomparsa proprio durante la festa e che da allora manca da casa. Che sia stata uccisa? Nikka è convinta di no e appena riesce incomincia a cercarla… Ma fin dove sarà disposta a spingersi per salvare la sua migliore amica?
Opinione personale:
La speranza di ritrovare il Wulf Dorn che scrisse La Psichiatra nell’ormai lontano 2009, pare essere vana. Per quanto avessi delle grandi aspettative per Presenza Oscura, queste si sono disintegrate.
Nikka muore, ma solo per ventuno minuti. In quei “pochi” minuti, la sedicenne si ritrova a vagare, nuda, in un luogo buio ed ostile; al centro vedrà una luce a cui le sarà negato l’accesso. Ritornando in vita, Nikka si accorge che la sua migliore amica, Zoe, invece, par essere scomparsa nel nulla. Nessuno ha idea di dove sia, se sia viva o morta. Non lo sa nemmeno Nikka, ma ha un brutto presentimento…
La trama in sè ha la sua originalità. Trattare il tema della morte potrebbe essere un azzardo ma, se fatto bene, rimane unico.
Per quel che mi riguarda, Presenza Oscura avrebbe avuto tutti i connotati per essere un buon thriller dai tratti Horror, se certe cose non fossero cadute nel banale finendo, quindi, per non essere considerato nè Thriller nè – tanto meno – horror.
Quel che mi aspettavo di ricevere da questo libro – inquietudine, ansia, paura, addirittura vero e proprio terrore – è stato spazzato via immoralmente da uno stile che l’autore, adattandolo al proprio, ha finito per smorzare la mia curiosità; sembra che Dorn abbia voluto calarsi – fin troppo – nelle vesti di una sedicenne, finendo per scivolare nel ridicolo con scene parecchio surreali e soprannomi che mi hanno provocato dell’ilarità piuttosto che dello spavento.
Non sono riuscita ad entrare in empatia con la protagonista, la quale premeva col ripetere moltissime volte il suo stato d’animo, finendo quindi per provare una specie di antipatia.
Sinceramente, non mi sento di consigliarlo ad una fascia di uomini e donne adulti che amano e apprezzano i thriller forti, di scene corpose piene di angoscia e tachicardia; piuttosto credo che sia un romanzo adatto per una fascia teen, adolescenziale. Ottimo inizio per chi vuole addentrarsi nel genere thriller con un pizzico di mistero che non posso definire horror, ma ci si avvicina.