Collaborazione con La Corte Editore – Cavie [ Liliana Marchesi ]

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Titolo: Cavie.
Autrice: Liliana Marchesi.
Anno di prima pubblicazione: 2019.
Editore: La Corte Editore.
Pagine: 202.
Stelle: ☆☆☆,5/5.
Prezzo di copertina: € 15,90.

Trama:

Cora si risveglia all’interno di una teca di cristallo. Non sa dove si trova, come sia finita lì dentro, e soprattutto non ne capisce il perché. Ma non è sola. Con lei ad affrontare lo stesso incubo c’è Kurtis, un ex soldato che sembra essersi risvegliato poco prima e che, come lei, sembra non ricordare nulla. Hanno tutti e due degli strani tatuaggi sul braccio e ben presto capiranno di essere finiti in un labirinto di prove al limite della sopravvivenza, e che avranno bisogno l’uno dell’altra per superarle. E mentre poco alla volta i ricordi iniziano a riaffiorare, e scomode verità a emergere, dovranno dare fondo a tutte le loro abilità e a ogni goccia del loro coraggio per poter sopravvivere al folle esperimento in cui sono stati catapultati. E scoprire quali segreti si celino dietro quello che viene chiamato “Progetto Pentagono”

Opinione personale:

Ammetto che i distopici non sono fra i libri che più apprezzo, ma Cavie mi ha rapito con questa trama strana.

Cora si sveglia all’interno di una teca di vetro, nuda e gelata; la confusione la manda in tilt e quando un uomo le si avvicina, non ha idea se la stia aiutando o meno. Sa solo che ha paura. Kurtis, invece, sta cercando di aiutarla e, assieme, cercheranno un modo di capire come mai si ritrovano lì dentro, da quando, e come fare per scappare.

Cavie affronta un tema particolare; ovvero, il nostro futuro. Un futuro pieno di mostri e disumanità, un futuro in cui si cerca di migliorare il corpo umano e le sue prestazioni, finendo per sconvolgere il tutto.
Piccolino e semplice, con uno stile molto scorrevole, Cavie inizia immediamente: l’imput è quello che, più di tutti, deve coivolgere il lettore, e Marchesi ci riesce benissimo; l’azione introdotta fa sì che si veda il tutto come un film americano, pieno di adrenalina e ansia. Una corsa contro la salvezza. Una corsa verso l’umanità.

Personalmente, seppur non sia propensa a queste letture, non mi è affatto dispiaciuto; Liliana Marchesi mi ha coinvolta e intrattenuta per quei pochi giorni in cui ho affrontato il delirio del futuro, queste prove disumane fisiche e mentali. Sono certa che sia un ottimo approccio al distopico ed un buon intrattenimento per chi, invece, questo genere lo mangia e lo digerisce già bene!

Declaimer: grazie alla casa editrice per avermi omaggiato la copia.

Collaborazione con La Corte Editore – Crash [ Keith Houghton ]

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Titolo: Crash.
Autore: Keith Houghton.
Traduzione: Stefano Cresti.
Anno di prima pubblicazione: 2019.
Editore: La Corte Editore.
Pagine: 298.
Stelle: ☆☆☆,75/5.
Prezzo di copertina: € 18,90.

Trama:

Quando Jed Allen si sveglia, si trova a New York, seduto a una scrivania, e non ha idea di chi sia. Ogni dettaglio intorno a lui sembra mostrare che è un architetto affermato, e una foto nel suo portafoglio rivela che ha una bella ragazza di nome Cassie. Ma quando torna a casa per chiederle aiuto, Cassie non si trova da nessuna parte. Alcune note scritte a penna gli ricordano che soffre di temporanee amnesie a causa di un incidente d’auto avvenuto nove mesi prima e tutti gli dicono che solitamente la memoria gli ritorna in poco tempo. Ma questa volta, le cose sembrano andare diversamente e Jed deve indagare sulla sua stessa vita. Quando trova un vestito insanguinato nel bagagliaio della sua auto, un dubbio terribile lo assale. Ha commesso qualcosa di irreparabile? Mentre in città dilaga la notizia di un serial killer che rapisce donne a Central Park, Jed deve affrontare la possibilità che i suoi ricordi perduti possano contenere i segreti più oscuri che si possano immaginare.

Opinione personale:

In Crash non manca nessuno degli elementi per far sì possa essere definito un buon thriller.

Avete mai immaginato di svegliarvi confusi? Probabilmente ciò è capitato ad ognuno di voi, almeno una volta nella vita. Ma svegliarvi senza riconoscere il vostro riflesso? Senza ricordare il vostro nome? Senza riconoscere il vostro migliore amico, la vostra compagna, fidanzata, moglie? Ebbene, per immaginarlo davvero dovreste essere come Jed Allen.

Come ho già premesso, Crash è un buon thriller; con uno stile scorrevole ma un ritmo davvero calzante, Keith Houghton riesce a coinvolgere il lettore probabilmente con una delle paure che più sconvolge l’essere umano: l’amnesia. Per appunto, l’autore riempie di pagine di angoscia, colpi di scena e suspense; ci regala un thriller fatto di inganni e ossessioni, un thriller in cui probabilmente saremo troppo occupati a preoccuparci del protagonista per captare, veramente, la verità. Una storia che non definirei nè agghiacciante e nemmeno cruda, ma che, a tratti, è riuscita a farmi immedesimare nel personaggio e toccarmi nell’animo.

Lo stile abbastanza scorrevole, come dicevo, facilità molto la lettura; una volta iniziato è difficile riuscire a smettere. Il desiderio di scoprire la verità su Jed – personaggio che, per altro, conosceremo assieme a lui stesso – è così tanta, da svoltare pagina dopo pagina, con una tale frenesia che farà divorare l’intero libro.

Benchè – quanto meno per i miei gusti – sia un thriller dalle tonalità leggere, ho trovato questo thriller abbastanza soddisfacente; ha saputo catturarmi, coinvolgermi, riempirmi di angoscia e di desiderio. La voglia di finirlo era tanta, e il finale non ha potuto che lasciarmi soddisfatta.
Trovo che Crash sia adatto alla lettura di un pubblico vasto, che può variare dall’amante, fan e innamorato – se non ossessionato – del thriller, sia a chi vuole approcciarsi, in quanto lo trovo decisamente caratteristico ma non sconvolgente per i più deboli di cuore.

Declaimer: ringrazio sempre la casa editrice per avermi offerto l’opportunità di leggerlo.

Collaborazione con La Corte Editore – L’estate che cambiò tutto [ Beth Lewis ]

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Titolo: L'estate che cambiò tutto.
Autrice: Beth Lewis.
Traduzione: F. Ghirardi.
Anno di prima pubblicazione: 2019.
Editore: La Corte.
Pagine: 412.
Stelle: ☆☆,5/5.
Prezzo di copertina: € 18,90.

Trama:

Tutto iniziò quando trovarono il corpo. Era l’estate torrida del 1971 e da quel momento niente sarebbe stato più lo stesso. John, Jenny, Rudy e Gloria vivono a Larson, una piccola cittadina del Midwest, dove i ragazzi poco più grandi di loro stanno partendo per il Vietnam e dove tutto sembra immobile. Sognano di fuggire lontano aggrappandosi alla loro amicizia, ma un pomeriggio si imbattono nel cadavere di una giovane donna. È chiaro che si tratti di un omicidio ma a nessuno sembra importare. I quattro amici cominciano a indagare e a scavare sempre più in profondità, scoprendo verità che mai avrebbero voluto immaginare. Paranoia e violenza iniziano a prendere il sopravvento. Mentre la madre di John e Jenny sembra perdere sempre più il controllo sotto l’effetto del whisky, il padre di Rudy non lesina atti di vero terrorismo nei confronti del figlio e dei suoi amici che stanno facendo troppe domande. Le estati si susseguono, e insieme al caldo implacabile, una profonda oscurità avvolge Larson e i quattro ragazzi impareranno che, a volte, i segreti è meglio che rimangano sepolti.

Gloria usò il suo bastone per indicare. Era appena fuori portata, una cosa fra le radici. Ma non era una cosa. Più mi avvicinavo e più me ne rendevo conto. Rudy smise di correre. Anche lui l’aveva vista. Il volto di Gloria era pallido, tetro. Rudy si girò verso di me con uno sguardo severo che diceva: tieni lontana Jenny. Non era reale, non poteva esserlo, non lì. La pelle era grigia e i capelli biondi erano come quelli di Rudy. Era gonfia ma non irriconoscibile. Il bastone di Gloria lasciò dei segni sulla pelle.
Era una ragazza ed era morta.

Opinione personale:

Devo ammetterlo, mi aspettavo molto di più da L’estate che cambiò tutto. Thriller che da un impatto straordinario all’inizio, ma che si estende in una narrazione lenta, prolissa, e che alla fine tende ad appesantire la lettura.

Tutto comincia con il ritrovamento di un cadavere. Si tratta di una donna, una ragazza sui diciasette anni che John, Jenny, Gloria e Rudy trovano nel lago al limitare del loro Nido. Fra dubbi e incertezze se dirlo alla polizia, alla fine finiscono incastrati in un caso dalle molteplici domande.

Come ho detto, L’estate che cambiò tutto, comincia bene.
Comincia molto bene, con un incipit che illumina la curiosità del lettore e che annuncia un romanzo ricco di colpi di scena. Ma aimè, andando avanti, mi rendo conto di non aver trovato nulla di tutto ciò: la suspense, i colpi di scena che atterrano, angoscia, il mistero. Non mi sento di aver ricevuto alcun impatto durante la lettura se non quando, sporadicamente, l’autrice ha piantato qualche seme d’ansia durante la sua narrazione.
Ecco, a parer mio, a danneggiare – se così posso dire – la trama è stato lo stile di narrazione. Lo stile della Lewis è incantevole, non c’è che dire; riesce a creare immagini che il lettore potrà riuscire a vederle davanti ai suoi occhi senza alcuna difficoltà. Dal canto suo, però, se da una parte ci lascia vivere attraverso la scrittura, dall’altra trovo che abbia una narrazione piuttosto lenta, prolissa, lunga che, andando avanti, finisce per rallentare la lettura, tanto da perdersi in alcuni punti senza comprendere dove, l’autrice, voglia arrivare. E questo rallentamento fa sì che il brivido provato nelle prime righe per il ritrovamento del cadavere e quant’altro di cui non faccio spoiler, si smorzi immediatamente; la lettura, quindi, diventa complicata e a conti fatti, ciò che porta alla conclusione, è la curiosità.

L’estate che cambiò tutto, al quale non mancano le caratteristiche che avrebbe potuto dar via ad un romanzo davvero “super“, per restare giovani – partendo dai protagonisti inusuali che sono i ragazzini, e il mistero che aleggiava in questa città – resta un thriller sicuramente d’intrattenimento che non mi sento di consigliare a chi ama il genere thriller d’impatto, quelli che scorrono più velocemente, con colpi di scena no-stop; piuttosto, lo consiglio vivamente a chi ama la narrativa con quel tocco di mistero che non dispiace, nemmeno nel genere narrativo.

Declaimer: voglio ringraziare la casa editrice che, ancora una volta, mi omaggia di una copia del suo catalogo.

– Veronica.

Collaborazione con La Corte Editore – Il paese delle pazze risate [ Jonathan Carroll ]

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Titolo: Il paese delle pazze risate.
Autore: Jonathan Carroll.
Traduzione: F. Ghirardi.
Anno di prima pubblicazione: 2019.
Editore: Corte Editore.
Pagine: 263.
Stelle: ☆☆☆☆/5.
Prezzo di copertina: € 14,90

Trama:

Avete mai amato un libro più di ogni altra cosa? Thomas Abbey, insegnante di letteratura e figlio di una stella del cinema, non sa bene chi sia e cosa voglia dalla vita o dalla sua relazione con l’eccentrica Saxony Gardner. Quello che sa perfettamente è che niente lo ha mai toccato a fondo quanto i magici libri di Marshall France, un autore di straordinarie fiabe per bambini che ha sempre vissuto isolato e che è morto ad appena quarantaquattro anni. Spinti da questa passione comune Thomas e Saxony partono per Galen, la cittadina dove Marshall ha trascorso gran parte della sua vita, decisi a scrivere la sua biografia. A poco a poco, però, cominceranno a scoprire che qualcosa di strano e inquietante sta accadendo nel piccolo paesino e che la magia di France va ben oltre la pagina scritta… lasciandoli con un compito terrificante da intraprendere.

“« Qual è il tuo libro preferito fra quelli di papà? »
« Il paese delle pazze risate. »
« Perchè? »
« Perchè nessun altro si è mai avvicinato tanto al mio mondo. »”

Opinione personale:

Salve lettori,
avete mai amato un libro o un autore a tal punto da volerne scrivere una biografia? Thomas Abbey si.
Il paese delle pazze risate, già pubblicato antecedentemente nel 2004, la Corte Editore ripropone questo testo che ho trovato davvero carino, scorrevole, divertente e ironico.

Succede tutto per caso. Thomas Abbey trova un libro del suo autore preferito, Marshall France, ormai defunto da qualche anno, ma quel libro appartiene di diritto a una ragazza che appare un po’ pazzoide, ma che convince a vendergli quello stesso libro per qualche banconota in più. Inizia così una storia che li porterà, assieme, nel paese dove, per anni, ha vissuto il loro autore del cuore, colui si è infiltrato nel loro cuore con dei testi infantili. L’idea di Thomas è quella di scrivere una biografia, ma quanto potrà mai essere ardua questa impresa? E quanto può apparire strano quel paese?

Il paese della pazze risate è un libro dove la realtà è solo da vedersi marginale. Una realtà un po’ inreale, dove la fantasia prende il sopravvento, facendoci scoprire un paese un po’ bizzarro.
Ho trovato lo stile di Carroll molto scorrevole e le scene abbastanza coinvolgenti; ironiche, divertimenti, scene che toccano anche una punta di mistero che, personalmente, mi ha affascinata e legata alle pagine, tanto da averle divorate nel giro di qualche giorno e con immenso piacere.
I personaggi di questa storia sono tutti descritti molto bene, specie caratterialmente. I più sviluppati saranno gli eroi della vicenda, il nostro Thomas e la nostra Saxony, con i quali non potrete che farvi due belle risate accompagnandoli in questa magica quando stramba avventura!

Unica pecca, se così posso chiamarla, è la quasi assenza di particolari sul finale. Presumo che Carroll abbia voluto lasciare una libera interpretazione al lettore, dando appena qualche accenno di quel che è accaduto, ma personalmente mi sarebbe piaciuto poterlo sapere veramente, avrei i dettagli necessari per capire cosa realmente sia successo.
Ma oltre questo piccolo particolare che in alcun modo mi ha fatto ripensare al giudizio del libro intero, posso dire che Il paese delle pazze risate è stata una lettura leggera ma armoniosa, divertente ma piena di riflessioni e sentimenti che hanno riservato un bel postino nel mio cuore.
Una lettura che consiglio a chiunque.

Declaimer: ringrazio la casa editrice per avermi omaggiato la copia di questo gioiellino.

Collaborazione La Corte Editore – I figli del male [ Antonio Lanzetta ]

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Titolo: I figli del male.
Autore: Antonio Lanzetta.
Anno di prima pubblicazione: 2018.
Editore: La Corte Editore.
Genere: Thriller.
Pagine: 356.
Stelle: ☆☆☆,5/5.
Prezzo di copertina: € 17,50.

Trama

È ancora notte quando Damiano Valente viene svegliato da una telefonata e in pochi minuti si ritrova sulla scena di un crimine atroce e inspiegabile: davanti ai suoi occhi un uomo con la gola tagliata, riverso in un’auto su una spiaggia vicino Castellacelo. Sporco di sangue e conficcato nella ferita, un biglietto con un messaggio contenente solo due parole: Lui vede. Damiano, lo Sciacallo, uno scrittore diventato famoso ricostruendo i casi di cronaca nera nei suoi libri, aveva promesso di non farsi più coinvolgere, di non scrivere più. Per dimenticare. Per sfuggire a un passato di morte e sangue che invece continua a tormentarlo. Ma gli incubi non sono finiti e lui non può tirarsi indietro. Anche perché il suo amico Flavio viene inghiottito dal buio, mentre cerca di aiutare una paziente della clinica psichiatrica in cui lavora. Quale può essere il collegamento? Per scoprire la verità Damiano dovrà tornare indietro fino al 1950, nel suo Sud profondamente segnato dalla guerra e dal regime fascista. Sono gli anni del giovane Mimì e del suo amore per Teresa. Gli anni del piccolo Tommaso e del pomeriggio in cui ritrova il corpo martoriato di un bambino sulla riva di un fiume. Gli anni in cui tutto ebbe inizio.

“Uccidere, per la prima volta.
Piantare una lama nella carne, squarciare la gola e restare fermo ad osservare l’anima che scivolava fuori dal corpo della vittima, tra schizzi di sangue ed un ultimo respiro. Sostenere lo sguardo della Morte, e un’ultima supplica. Doveva essere andata così, era scritto negli occhi di Citarella. Ricordi prigionieri nelle iridi.”

Opinione personale

Dopo circa un anno dalla sua uscita, ed avendo già letto il precedente di Antonio Lanzetta, riesco anche io a leggerlo, e devo ringraziare la casa editrice per avermene fornito una copia. Ma torniamo al libro:

I figli del male è un thriller ricco di mistero, un noir oscuro dove il principale protagonisto è Tommaso, che negli anni 50 trova un bambino, morto e con evidenti ebrasioni al proprio corpo, come se qualcuno ne avesse mangiato le teneri carni. Tommaso ne resta sconvolto, ma sarà solo l’inizio di moltissimi altri avvenimenti che si propagheranno fino ai nostri giorni, dove reincontriamo Damiano Valenti – l’amato Sciacallo – Flavio e Stefano, gli amici che avevo già incotrato ed amato ne Il Buio Dentro.

Lo stile di Lanzetta non è semplicemente scorrevole, ma ha una narrazione in grado di catapultare il lettore direttamente fra quelle righe, facendo si che le immagini impresse nella mente, siano visibili anche dinanzi gli occhi. Pagina dopo pagina, è capace di catturare il lettore.

Diversamente da Il Buio Dentro, che avevo trovato abbastanza “diretto“, ne I Figli del Male troviamo tante storie e tanti collegamenti assieme, che seppur non ne danneggino la storia, devo ammettere che mi hanno apportato una leggera confusione. Una confusione che scema man mano, proseguendo con la lettura. Un puzzle che si forma lentamente.

Lo consiglio? Sicuramente agli amanti del thriller, a chi ama “le robe oscure”, i misteri, le vicende un po’ insolite.

E voi lo avete letto? Fatemi sapere cosa ne pensate!

Collaborazione con La Corte Editore – Quel che resta del peccato [ Matthias Graziani ]

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Titolo: Quel che resta del peccato.
Autore: Matthias Graziani.
Anno di prima pubblicazione: 2015 - stampato nel 2018.
Editore: La Corte Editore.
Genere: Thriller.
Pagine: 268.
Stelle: ☆☆☆/5.
Prezzo di copertina: € 16,90.

Trama: Kurt è un ex poliziotto mezzo italiano e mezzo tedesco che non sa darsi un contegno: frequenta i luoghi peggio raccomandabili, beve troppo, agisce contro le regole e reagisce senza pensare. Il tempo di arrivare a Bolzano e, durante la notte del Sacro Cuore, nei boschi fuori città, un uomo e una donna vengono trovati morti. Sono stati assassinati in modo bestiale, e Kurt viene assegnato come investigatore alla Squadra mobile della Polizia. Insieme alla nuova partner Vanessa, bella e sfacciata, toccherà a lui mettersi sulle tracce del killer. La stampa ha già soprannominato l’omicida Schäferhund: il Pastore Tedesco. Ma quando Kurt si risveglia in una vasca da bagno con una ferita chirurgica alla schiena, ecco che inizia un orrore inimmaginabile. E nel frattempo, Bolzano viene travolta da una guerra tra bande di motociclisti: un biker è stato ucciso e ora i suoi compagni cercano vendetta. Nel mezzo di questa apocalisse sull’asfalto, il Pastore Tedesco torna a colpire. Kurt dovrà restare lucido. Anche se, tra incubi e indagini, è arrivato il momento per lui di affrontare il passato. Prima che il passato lo annienti.

“C’è sempre qualcosa di stregato e di malvagio in una scena del crimine. E’ come un’epidemia: tutto quello che ti sta attorno, lentamente, viene contagiato. Un perimetro in cui la malvagità sfuma, dissolvendosi nella normalità. Ed è su quel confine che si trova la memoria del killer, la fonte del suo piacere.”

Opinione Personale: Quel che resta del peccato, di Matthias Graziani, è un thriller abbastanza sanguinolento che, però, purtroppo, non è riuscito a suscitarmi quel che solitamente apprezzo nei thriller. Ma andiamo per gradi:
Matthias Graziani ha scritto un romanzo un buon romanzo che, però aveva tutti i connotati per essere davvero ottimo, se non fosse stato per dei particolari che mi sono risultati forse eccessive. Cominciando dal personaggio principale, Kurt, un ex poliziotto abbastanza inusuale e che ho amato all’inizio, per la sua lingua biforcuta e la risposta – o battuta – sempre pronta ad atterrare il nemico, ma che, andando avanti con la lettura, mi è parso fittizio a causa di certe esagerazioni.
Lo stile di scrittura di Graziani è abbastanza fluido e le vicende scivolano dinanzi agli occhi, ma a tal proposito, voglio dire che forse scivolano anche troppo velocemente. Mi è parso che vi sia stato davvero poca descrizioni degli eventi, e che gli stessi siano stati proseguiti veramente troppo velocemente senza darmi la possibilità di affezionarmi a qualcuno dei personaggi. Avrei apprezzato davvero che fra Kurt e Vanessa vi fosse qualcosa di più, ma che succedesse in progressione agli eventi, facendoceli conoscere meglio, o conoscere meglio l’amicizia fra Battista e Kurt.
Mi spiace dirlo e spero che lo scrittore non me ne abbia, ma, personalmente, leggendolo non ho sentito quel brivido di piacere che solitamente percepisco durante un thriller, nello scoprire il vero colpevole, la sofferenza per la morte di un personaggio importante.
E seppur le note negative che ho appena esposto, che però non vogliono in alcun modo essere offensive, posso dire che lo stile fluido dello scrittore mi ha permesso di leggere il libro senza alcuna difficoltà ed anche abbastanza velocemente, per cui lo consiglierei ad un pubblico che sta cominciando ad apprezzare i thriller.

Voi lo avete letto? Mi piacerebbe sapere la vostra opinione!
Veronica (PiccoliMomentidiEcstacy)

Libro – Il Buio Dentro [ Antonio Lanzetta ]

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Titolo: Il Buio Dentro.
Autore: Antonio Lanzetta.
Anno di prima pubblicazione: 2016.
Editore: La Corte Editore.
Genere: Thriller.
Pagine: 248.
Stelle: ☆☆☆☆☆/5
Prezzo di copertina: € 16,00.

Trama: Succede esattamente come trent’anni prima, anzi, specificamente, trentuno. Una ragazza viene trovata morta, le braccia sollevate e incatenate con del filo spinato, il corpo sospeso, scende dal salice e la testa, staccata dal corpo, viene trovata ai piedi dello stesso albero. Damiano – chiamato lo Sciacallo – ha quasi un dejavù quando De Vivo lo porta nel luogo del delitto. La sua amica Claudia, colei che trentuno anni prima scompare e viene trovata esattamente in quel modo, con il corpo pendente e decapitata. Chi è il killer di tale oscenità? Chi addesca ragazzine minorenni e le riduce a quel modo? Le tortura per poi ucciderle barbaramente. Damiano è deciso, questa volta: vuole catturare il killer, desidera vendetta per la morte della sua amica Claudia.

“Stampò le fotografie e le dispose sulla scrivania come pezzi di un puzzle. Cercò di dare un ordine a quella follia. Chi aveva ucciso Elina amava il controllo, ne traeva piacere. Onnipotenza, sentirsi come un dio. Un dio infame alla ricerca di una gratificazione effimera. Chi aveva fatto questo scempio era esperto, un perfezionista, e chissà per quanto tempo aveva nutrino quella fantasia, trascorrendo notti insonni a fissare il vuoto. Tenuto sveglio dal bisogno vitale di uccidere ancora.”

Opinione personale: Antonio Lanzetta ci porta, con Il Buio Dentro, nel sud Italia, fra i boschi del Salerno, in un paesino chiamato Castellaccio, dove le persone si conoscono quasi tutte, dove il nonno di Flavio, chiamato Don Mimì, è il “protettore” a cui chiedere aiuto, se ve ne è bisogno, dove lo steso Flavio appare un estraneo essendo Torinese e dove i segreti tacciono, quanto meno per trent’anni, quando finalmente Damiano Valente riesce a dar voce.

Il romanzo viene diviso in due parti, fra passato – 1985 – e presente – trentuno anni dopo – e con personaggi diversi. Protagonista dell’85 è quasi sempre Flavio, il ragazzo torinese orfano di madre ed abbandonato dal padre che è costretto a trasferirsi dal nonno, in quanto unico parente in vita; ma possiamo anche leggere delle vicende dei ragazzi, di un giovane Damiano alle prese con la corsa, un giovane Stefano un po’ egoista ed egocentrico e una giovane Claudia. Nel presente, invece, la narrazione ha come principale protagonista – per la maggior parte dei capitoli – lo stesso Damiano Valenti, chiamato Sciacallo, che sicuramente ha passato la quarantina, il quale unico scopo è trovare l’assassino, ma non solo, perchè ci troviamo di fronte ad altri personaggi, come lo stesso Stefano, Flavio e dinanzi, anche, all’antagonista.

La scrittura di Lanzetta è semplice eppure ricca di particolari, scorrevole che leggerlo è proprio un piacere per gli occhi e per i propri sensi. I personaggi sono caratterizzati così bene – ai quali è impossibile non affezionarsi e non immaginarli sia da piccoli che da adulti, osservandone le loro differenze – e i minimi movimenti descritti così perfettamente che mi è quasi sembrato di avere le immagini dinanzi, come guardarli attraverso uno schermo mentale.

Lo scrittore, quindi, ci trascina in questo paesino tramite un thriller che definirei mistico, con delle caratteristiche del tutto diverse dai thriller fin ora letti. E per accennare all’antagonista, devo ammettere che è stata una sorpresa proprio sul finale. E’ anche giusto dire che i personaggi sono pochi, quindi farsi un idea, o comunque fare un due più due e cercare di indovinare chi sia l’assassino, non è un impresa piuttosto complicata, eppure l’ho trovata comunque una sorpresa, e son rimasta incredula di fronte l’inevitabile realtà dei fatti.

Come ho detto, leggere Il Buio Dentro è stato un vero piacere proprio a livello d’animo. Leggere un thriller fatto bene, al giorno d’oggi, non è nemmeno semplice – benché ce ne siano di fatti bene, ma ce ne stanno anche di fatti male – e ritengo che questo di Antonio Lanzetta sia uno di quelli che, chiudendoli, restano dentro il cuore, così come restano i personaggi descritti, l’aurea oscura che mi ha invaso mentre scorrevo le parole con gli occhi.

Beh, se lo consiglio? Ovviamente si. E non lo consiglio solo a chi ama i thriller, ma anche chi ha voglia di staccarsi dal genere preferito – che sia classico, romance, fantasy – perchè, come detto, non è il solito Thriller da psyco killer, ma un romanzo capace di trasportare completamente.